Siamo ancora in pieno inverno e quindi possiamo goderci i sapori ricchi e gli odori tipici di questa stagione, ad esempio con una bella teglia di lasagne alla zucca insaporite con fettine di prosciutto crudo di Parma e provola affumicata.
Ci serviranno:
500 grammi di lasagne
Mezza zucca arancione matura
150-200 grammi di prosciutto di Parma Negroni
200 grammi di provola affumicata Catasta
100 grammi di parmigiano grattugiato
Sale, pepe, olio, rosmarino q.b.
Una cipolla bianca
Procedimento:
cominciamo con il tagliare la zucca, pulirla dalla buccia e dai semi per poi tagliarla a cubetti. Dopo di che prepariamo un trito di cipolla che faremo rosolare in padella con un filo d’olio. Quando la cipolla avrà la giusta doratura, potremo aggiungere la zucca a cubetti e farla cuocere piano magari aggiungendo un po’ d’acqua caldo nel frattempo.
Una volta che la zucca sarà ben cotta si potrà decidere di trasferirla in un contenitore per passarla con un frullatore a immersione o fare un lavoro simile schiacciandola semplicemente con la forchetta, dipende dal gusto di ognuno e la preferenza per un condimento più consistente o più fluido. Una volta finita quest’operazione, rimetteremo la zucca in padella per finire la cottura, aggiungendo sale, pepe e rosmarino oltre a eventuali altri odori che vi piace abbinare alla zucca ed eliminare il liquido in eccesso. I tempi di cottura cambiano a seconda della maturità della zucca stessa e quindi non si può dare una misura giusta, ma sarà facile capire quando sarà tutto pronto perché avrete di fronte una crema omogenea e morbida.
Una volta preparata questa “vellutata” di zucca possiamo iniziare la composizione delle nostre lasagne. Innanzitutto dovremo accendere il forno e prepararlo per la cottura a una temperatura di circa 180°, dopo di che in una teglia rettangolare potremo versare un po’, diciamo un paio di cucchiai, della nostra zucca per preparare il letto alle lasagne. Su questo letto di zucca poggeremo il primo strato di pasta che condiremo con un altro po’ di zucca, parmigiano grattugiato e che ingolosiremo con un paio di fettine di prosciutto di Parma e di provola affumicata tagliata il più sottile possibile.
Completato il primo strato, il procedimento sarà –come per ogni tipo di lasagne, a partire dal più classico- ripetitivo alternando strati di pasta a cucchiaiate abbondanti di zucca, fettine di prosciutto di Parma e provola affumicata fino alla fine degli ingredienti e –ovviamente- della capienza della teglia!
Sullo strato finale si potrà scegliere secondo i propri gusti se chiudere con della sola zucca e formaggio ad ammorbidire la pasta o aggiungere anche le ultime fette di profumatissimo prosciutto di Parma della nostra norcineria che, ovviamente, diventerebbero un po’ croccanti e fuse al formaggio. A qualcuno piace l’idea, qualcuno preferisce chiudere senza prosciutto, in ogni caso una volta pronto tutto metteremo in forno la nostra ricca teglia e la lasceremo lì per circa quindici-venti minuti a seconda che si usino lasagne fresche o secche.
A questo punto non resterà che tagliarla, servirla e mangiarla. Il gusto e il profumo della zucca, uniti a quelli del prosciutto di Parma e della provola affumicata creeranno un sapore davvero unico e irresistibile. E per accompagnarlo l’ideale è un vino rosso corposo come il Barolo DOCG delle cantine Luigi Rasore che potete trovare nella nostra norcineria.
Non ci resta che augurarvi buon appetito e poi vi aspettiamo in norcineria per sapere che ne pensate!
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Molti di noi lo collegano alle feste e soprattutto alla notte di Natale, ma il baccalà è un prodotto che si può gustare un po’ durante tutta la stagione invernale e –perché no?- anche oltre. Natale o no, il baccalà è una pietanza conosciuta un po’ in tutte le nostre cucine, ma di preciso che cos’è?
Il baccalà, come lo stoccafisso che ne è una variante, non è altro che uno dei pesci più comuni del mondo –il merluzzo- che viene portato a terra per essere lavorato subito dopo essere stato pescato. E visto che la pesca del merluzzo è permessa da settembre a febbraio, ecco che si spiega la natura “invernale” di questo prodotto sulle nostre tavole. Non viene quindi congelato a bordo né subisce altri trattamenti, poi una volta a terra viene decapitato ed eviscerato prima di iniziare la lavorazione vera e propria. Ed è qui, proprio nella lavorazione a terra, che si arriva al baccalà di cui si riconoscono almeno cinque varianti.
Il baccalà salinato, ad esempio, per preparare il quale il merluzzo viene aperto per lungo, lavato abbondantemente, messo in salamoia per una settimana circa e poi pressato per la stagionatura che viene fatta alternando strati di pesce e strati di sale secco e che dura dalle quattro alle cinque settimane. Superata questa fase, nella quale il merluzzo assume il sapore e il profumo particolari che lo rendono il baccalà che conosciamo tutti, è pronto per i mercati dove la sua vita commerciale –in particolari contenitori e accompagnato da sale in abbondanza- può durare un paio d’anni circa. Una varietà di baccalà salinato è anche il cosiddetto filetto di baccalà che segue la normale lavorazione del salinato, ma solo dopo essere stato meticolosamente sfilettato e deliscato attraverso macchine apposite che lo rendono quindi più pulito.
Il baccalà secco è molto simile, come lavorazione, a quello salinato solo che dopo le quattro settimane di stagionatura subisce un altro trattamento e cioè l’essiccazione ad aria calda in locali appositi che dura circa una settimana. In questo modo il pesce, molto più secco, ha bisogno di meno sale per essere conservato e inoltre mantiene un sapore molto più intenso del baccalà salinato.
Lo stoccafisso, che spesso viene usato come sinonimo di baccalà, è in realtà una variante molto precisa. Si può definire stoccafisso solo una tipologia ben precisa di merluzzo, dal nome scientifico di Gadus Morhua, e che subito dopo essere stato lavato –senza subire alcuna salamoia- venga essiccato all’aria aperta appeso a delle rastrelliere come bucato appena steso. Il fatto che i merluzzi appena pescati e lavati possano essiccarsi al sole senza andare in putrefazione è possibile grazie al particolarissimo clima di un arcipelago al nord della Norvegia –le isole Lofoten- che è l’unico posto al mondo dove si può produrre il vero stoccafisso, riconoscibile per l’odore molto intenso e il tipico colore giallo.
Un altro tipo molto preciso di baccalà è quello chiamato San Giovanni o Gaspé, nome che viene dalla penisola di Gaspé in Canada dove avviene in esclusiva la preparazione di questo prodotto. Il baccalà Gaspé, come il salinato, viene tenuto in salamoia –ma una salamoia dalla ricetta molto particolare e “segreta”- e come lo stoccafisso viene fatto essiccare all’aria aperta così da ottenere una consistenza e un sapore assolutamente unici.
Proprio per il gusto unico e l’altissima qualità che lo rendono un vero e proprio prodotto doc, qui alla Norcineria Caldarola offriamo con piacere il baccalà Gaspé ai nostri clienti assieme a tutti i nostri prodotti classici della tradizione italiana. Perché è vero che siamo ambasciatori del made in Italy, ma quando un prodotto –come il baccalà Gaspé- segue una tradizione così precisa e raggiunge una qualità così alta e genuina ci piace poterlo offrire e permettere ai nostri clienti di gustarlo per le ricette classiche del Natale, ma non solo.
Che amiate il baccalà in umido, fritto o lesso e in insalata vi consigliamo di venire in norcineria per prenderne un po’, vedere con gli occhi e pure sentire col naso tutta la particolarità e la genuinità del baccalà Gaspé. E poi tornate a dirci cosa ve ne sembra!
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Alimentazione,ricetta del giorno
Siamo agli sgoccioli di questo 2014 e non potevamo fare a meno di parlare di alimenti come le Lenticchie di Castelluccio e Cotechino. Lenticchie e cotechino sono un binomio classico e un connubio immancabile sulle tavole italiane che durante le festività natalizie rispettano cultura e tradizione del nostro paese. Al di là della ricetta e della preprazione di queste pietanze, per noi è molto importante ricordare la qualità di questi prodotti, soprattutto se sono Made In Italy e teniamo molto a ricordare che le Lenticchie di Castelluccio sono un prodotto italiano invidiabile di alta qualità. Per essere più precisi vi parleremo di questo legume riporando le parole esatte di una delle coperative produttrici più note nel panorama italiano, la Cooperativa Agricola Castelluccio di Norcia (www.lenticchiaigpcastelluccio.it).
La storia di questro prezioso legume è antichissima. E’ coltivato da sempre sui piani carsici di Castelluccio, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ad un’altezza di circa 1500 metri. La quantità prodotta all’anno è limitata e questo rende le Lenticchie di Castelluccio, un prodotto di nicchia e di alta qualità.
Grazie alle condizioni climatiche rigide dei monti, le Lenticchie di Castelluccio sono l’unico legume che non ha bisogno di essere trattato per la conservazione, perchè non attacata dal tonchio, insetto le cui larve si nurtrono di legumi. Le qualità nutritive di questo legume sono notevoli, le lenticchie sono ricche di proteine, vitamine, fibre e sali minerali, ottime per chi ha necessità di una dieta ricca di ferro, potassio, fosforo, povera di grassi e molto nutritiva. Inoltre questo legume viene incontro anche alle necessità dei cuochi più pigri, dato che la sua buccia sottile e tenera non richiede ammollo, consentendo una cottura molto veloce.
Visto che siamo nel periodo giusto per cucinare questo legume, con dell’ottimo cotechino, come vuole la tradizione riportiamo qui una ricetta speciale!
Ruote di cotechino con cipollotti in agrodolce e Lenticchie di Castelluccio.
Ingredienti per 6 persone:
– 20 cipolline- 250 gr. di aceto di vino rosso
– 1000 gr. di acqua
– 60gr. di olio di oliva
– 20 gr. di uvetta fatta rinvenire in acqua tiepida per 10 minuti
– 20 gr. di mandorle a lamelle
– 20 gr. di noci sbriciolate
– 40 gr. di zucchero di canna
– 1 cotechino da 500 gr. (il nostro della Norcineria Caldarola è assolutamente di nostrao produzione)
– sale e pepe q.b.
Per le lenticchie:
– 200 gr di lenticchie di castelluccio
– 500 gr di brodo vegetale fatto con il dado bimby
– 1 carota piccola
– 1 costa di sedano
– 1 cipolla piccola
– 200 gr di vino bianco secco
– sale e pepe Q.b.
– 80 gr di olio EVO
Procedimento: per le lenticchie.
Mettiamo a bagno in acqua tiepida 200 gr di lenticchie di castelluccio per 2 ore.
Passato questo tempo, scoliamole e teniamole da parte. Tagliamo a cubetti regolari il sedano, la carota e la cipolla e facciamoli rosolare con l’olio, aggiungiamo le lenticchie e facciamo insaporire per 2-3 minuti. Bagnamo con il vino e facciamo evaporare, dopo uniamo il brodo e cuociamo a fiamma bassa per circa 40 minuti. Al termine teniamo in caldo.
Per le cipolle e cotechino:
Versiamo in una pentola l’ acqua l’aceto, saliamo leggermente e portiamo a bollore. Tagliamo a spicchi le cipolline boretane e, quando l’ acqua bolle scottiamole per 5 minuti, scoliamole e lasciamole raffreddare. Scaldiamo in una padella l’ olio versiamo dentro le cipolle, l’ uvetta, le mandorle, le noci, saliamo pepiamo e saltiamo un paio di minuti a fiamma vivace. Aggiungiamo lo zucchero di canna e facciamo caramellare per 10 minuti circa rimestando di tanto in tanto.
In una capiente pentola mettiamo dentro il cotechino, copriamo con acqua fredda e portiamo a bollore cuocendolo per 15 minuti. Togliamo il cotechino dalla sua busta, affettiamolo disponiamone 3 fette per piatto. Serviamolo accompagnato con le cipolle e uno sformatino di lenticchie che otterremo aiutandoci con un coppapasta.
Una ricetta leggermete laboriosa, ma ne vale la pena!
Buon cenone di capodanno e buon anno nuovo a tutti dalla Norcineria Caldarola!
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Sistemando gli scaffali oggi mi son trovata tra le mani un’ottima crema di tartufo nero e mi è subito venuta in mente una ricetta di un piatto che spesso preparo durante l’inverno: tagliatelle alla crema di tartufo. Una ricetta del giorno semplice da preparare e molto gustosa! Utilizzare un tartufo fresco è l’ideale, ma in alternativa ci sono delle ottime creme già pronte per condire il nostro piatto. Continua a leggere…
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Oggi abbiamo pensato di raccontare con poche parole, la storia di un salume che tutti noi abbiamo sicuramente mangiato almeno una volta, il salame ungherese. Molti di noi lo mangiano pensando che venga importato dall’Ungheria o senza farsi troppe domande semplicemente lo mangiano per il suo sapore particolare (golosoni!!). Continua a leggere…
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Quando si entra in una norcineria come la Norcineria Caldarola, la prima cosa che si pensa è che prodotti come salumi e formaggi siano sempre e comunque troppo calorici e grassi, perché si è soliti pensare che le cose molto buone siano quelle che fanno ingrassare di più. Il collegamento “buono = grasso” a volte è quasi scontato, specialmente per le persone che tengono molto alla linea.
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Buongiorno a tutti cari amici e clienti! La Norcineria Caldarola è ufficialmente sbarcata su facebook e vogliamo ricordarvi che chi non avesse modo di seguire frequentemente il nostro blog, in cui riportiamo ricette, consigli e tutte le curiosità del nostro lavoro e dei nostri prodotti, può più semplicemente seguirci sulla nostra pagina ufficiale di facebook, sui cui condividiamo, anche se più sinteticamente, tutto ciò che pubblichiamo qui.
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